Io non mangio il gelato al gusto stracciatella. E chi se ne frega, penserete voi! In fondo non devono piacere tutti i gusti del gelato! Verissimo. Ma il motivo per cui non lo mangio non ha assolutamente a che fare con le mie papille gustative, ha un’origine molto più profondo, di pancia, e non la mia!
Curiosi? E va bene, vi svelo il misterioso motivo: quando avevo cinque anni, mia mamma, dopo aver mangiato un gelato alla stracciatella, si è sentita male, ha vomitato e io mi sono molto spaventata. Il mio rifiuto verso il gelato alla stracciatella ha un’origine emotiva, addirittura risale all’infanzia, pertanto, anche se sono consapevole del fatto che quasi sicuramente non mi sentirei male a mangiarlo, il solo pensiero di quel gusto di gelato mi fa venire i conati!
Questo è solo un esempio di come ci relazioniamo con il cibo: non viene considerato semplicemente il mezzo con il quale introdurre i nutrienti e le calorie necessarie al metabolismo, è, e aggiungerei per fortuna, molto di più! Per fortuna? Ma come, se si mangiasse solo per nutrirsi non ci sarebbe il problema del sovrappeso, dei disturbi alimentari, dei bambini che non mangiano per capriccio, ecc ecc! È vero, ma non ci sarebbe nemmeno la cucina, e non la stanza piastrellata con il forno ed il frigo, ma l’arte nell’elaborazione del cibo; non ci sarebbe il piacere della condivisione di un pasto; non ci sarebbe il ricordo di un’emozione legata ad un sapore. Insomma, la vita sarebbe molto più insipida, letteralmente!
Allora il modo in cui ci relazioniamo con il cibo dice molto di noi, della nostra memoria culinaria, della nostra cultura, della nostra religione! Ma ci rivela anche in che rapporto ci poniamo con le altre persone, se ci stanno antipatiche, se invece le troviamo piacevoli.
Naturalmente, però, poiché anche le emozioni sono guidate da processi biologici, con intervento da parte di proteine e altri metaboliti, possiamo individuare nella biochimica del nostro organismo, il legame fra sentimenti di tristezza piuttosto che di felicità o consolazione, nei confronti di determinati cibi!
Perché quando siamo tristi mangiamo quel tipo di biscotti? Per quale motivo ci rifiutiamo di assaggiare una pietanza? Perché siamo in competizione con la suocera nel preparare il piatto preferito di nostro marito? E ancora, come mai per festeggiare un compleanno, un anniversario o un qualsiasi altro evento, andiamo a mangiare con gli amici e i parenti? Perché si offre al bar o al ristorante?
A questa e a molte altre domande darò una risposta nel corso di un incontro di NUTRINFORMAZIONE, una serie di eventi della durata di circa un’ora e mezza, in cui parlare, confrontarsi e rispondere alle domande dei partecipanti.
Questi eventi sono gratuiti e si svolgeranno nelle sedi dove esercito la mia professione.
Il primo si terrà venerdì 9 febbraio presso il Centro Zohar a Cecina, dalle ore 19:00 alle 20:30, ed avrà proprio il titolo “La relazione con il cibo ed il cibo nelle relazioni”.
Vi aspetto numerosi e vi prego di dare la conferma della vostra partecipazione tramite mail all’indirizzo chiaracaffarata@libero.it oppure tramite wa al numero 392 945 2912 .